Il settore industriale relativo all’energia solare ha avuto un grande sviluppo a seguito della crisi petrolifera del ’79, mentre solo da pochi anni abbiamo cominciato ad apprezzare, e proteggere, un’altra grande risorsa naturale, l’acqua. Oggi l’acqua è considerata potabile in base ad alcuni parametri normati dalle istituzioni preposte sulla presenza di inquinanti. Eppure esiste una tipologia di inquinanti, definiti microinquinanti emergenti, come antibiotici e droghe, non ancora normati ma presenti in tracce nei bacini idrici, il cui effetto è potenzialmente pericoloso per l’ambiente e per la salute umana in un futuro ormai prossimo.

Il team di ricerca si propone una doppia sfida sul tema, anticipando la risoluzione di problematiche che faranno parte dell’agenda delle politiche green dei prossimi anni. Una sfida di merito, innanzitutto: lo sviluppo di un metodo di aggressione di questi nuovi inquinanti diverso rispetto alle attuali tecniche per la potabilizzazione dell’acqua. Il processo di purificazione avverrà senza l’intervento di agenti chimici, ma sfruttando materiali che una volta colpiti dalla radiazione solare e a contatto con l’acqua, generano molecole in grado di consentire una decontaminazione al 100% ecologicamente sostenibile. Una sfida di metodo, in secondo luogo: perché il progetto presuppone il coinvolgimento di competenze diverse, in ambito chimico e fisico, per un reale approccio interdisciplinare.

Lo stato attuale della ricerca vede la tecnologia già brevettata dall’Università di Ferrara e ha dimostrato in laboratorio l’effettiva efficacia dei materiali realizzati su processi di decontaminazione, testati a partire da alcuni farmaci in uso. Per consentire il trasferimento tecnologico dalla scala di laboratorio a quella pre-commerciale si ha la necessità di poter fabbricare quantità massive di questo materiale semiconduttore, chiamato triossido di tungsteno. Il sostegno dei donatori servirà, in prima battuta, alla realizzazione di una macchina per la produzione massiva di questo semiconduttore, necessario per i test analitici. Successivamente, il progetto di Crowdfunding prevede di portare questa tecnologia da prototipo di laboratorio a prodotto per il mercato domestico e industriale, attraverso lo sviluppo di un concentratore in grado di utilizzare l’energia solare in un processo produttivo di decontaminazione.

Se saremo bravi, e sufficientemente supportati dalle vostre donazioni, possiamo prevedere la costruzione di un prototipo di colonnina d’acqua potabile e decontaminata che potrà essere utilizzata gratuitamente da tutti gli studenti di Unife.

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